Com’è cambiato il settore birrario in Europa nel 2020?

Nel 2020, in Europa, le vendite di birra all’ingrosso sono crollate del 42%, eppure il 2021 ha già cominciato in ripresa.

L’aumento, seppur piccolo, della vendita al dettaglio di birra ha parzialmente assorbito il rallentamento dell’intero settore causato dalla pandemia in Europa. Il 2020 si è quindi chiuso con un calo netto pari al 9% rispetto all’anno precedente, cancellando introiti per oltre 3 miliardi di euro.

Dati sicuramente non confortanti, ma che avrebbero potuto essere ancor peggiori se la maggior parte di pub, bar e ristoranti non si fossero re-inventati con asporto e delivery di prodotti.

Ma non è tutto. Le stime dichiarano che i posti di lavoro generati dalla catena del valore della birra sono diminuiti di circa un terzo nel 2020, passando da 2,6 milioni di persone a 1,8 milioni, con la maggioranza delle perdite proprio nel mondo dell’ospitalità, seguita a ruota dalla distribuzione.

Il 2020 in Europa: l’impatto sul settore birrario

Sappiamo bene che purtroppo, più o meno in tutto il continente, ci sono state chiusure totali di bar, pub e ristoranti per periodi di tempo più o meno prolungati. Restrizioni che si sono automaticamente allentate con l’avvicinarsi dell’estate, per poi ritornare alla fase di partenza con l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno.

Tutto questo si è tradotto in un crollo del 42% delle vendite di birra all’ingrosso, passando dai 126 milioni di ettolitri del 2019 a 73 milioni di ettolitri per il 2020. La compensazione arriva però dal retail, con il risultato di un calo molto limitato alla luce della situazione pandemica: come anticipato nel precedente paragrafo, si tratta di “solo” il 9% sul totale della birra annualmente venduta in tutta Europa, con una perdita di introiti pari a 3 miliardi di euro.

Com’è cambiato il rapporto tra birrifici e consumatori

A causa del forte impatto del COVID-19 sul settore birrario, molti produttori hanno escogitato nuove strategie per avvicinarsi ai propri consumatori, tentando così di limitare le perdite derivate dalla vendita a pub, bar e ristoranti. Eccone alcune.

Degustazioni online

Il 2020 è stato caratterizzato da molto più tempo libero del normale. Per questo motivo, molti produttori (e non solo) hanno approfittato di quest’occasione per proporre delle box da degustare direttamente a casa propria, con sessioni Zoom online, individuali o di gruppo.

Un modo per trasmettere la cultura birraria, acquisire nuovi potenziali clienti e fidelizzarli, oltre che di creare community (aspetto molto importante).

Ad oggi la degustazione online viene ancora proposta con successo da molti birrifici. Un chiaro segno che il 2020 ha per sempre parzialmente modificato le abitudini di consumo di alcolici in tutta Europa (e nel mondo).

Valorizzazione del locale

Con ristoranti e bar chiusi, molti piccoli birrifici si sono ritrovati con stock a magazzino invenduti. Alla luce di questo, però, diversi produttori sono stati in grado di svoltare la situazione in positivo: facendosi conoscere dai clienti locals, proponendo prodotti difficilmente reperibili nella grande distribuzione.

Non a caso, nonostante la pandemia, il settore della birra artigianale è rimasto stabile, senza particolari variazioni rispetto all’anno precedente.

Delivery

La consegna a domicilio è diventata a tutti gli effetti un canale essenziale per raggiungere i propri clienti. Nata come pratica per sopperire alla chiusura di bar e ristoranti, oggi non si può più considerare una misura temporanea. Ora più che mai, il cliente medio ha scoperto la convenienza del delivery e questo resterà un canale preferenziale per molti di loro, anche a pandemia terminata.

Nel 2020, la consegna a domicilio è stata la salvezza di molti produttori di birra artigianale. Per esempio, Brauerei Braukunst è riuscito a vendere tutta la birra a magazzino in un giorno semplicemente utilizzando WhatsApp per comunicare con i propri clienti e consegnando i loro ordini direttamente a casa. Allo stesso modo, Bier Factory, piccolo birrificio svizzero, ha deciso di promuovere altri produttori di craft beer e consegnare gli ordini in tutto il paese.

L’andamento per il 2021

Con la ripresa di tutte le attività commerciali legate al mondo birrario, come anche i festival, è assolutamente plausibile che l’intera industry risulti in ripresa rispetto all’anno precedente. Certo è auspicabile che, data la situazione in miglioramento, vi sia una chiusura in positivo dell’anno rispetto al 2020.

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ÉDITION SPÉCIALE BY LUXE PACK: 31/08 E 1/09 2021

Édition spéciale, spin-off di Luxe Pack dedicato al concetto di green design di lusso, è la prima fiera a cui partecipiamo dopo più di un lungo anno di chiusura.

Per l’occasione, il 31 agosto e l’1 settembre voleremo a Parigi, presso il Carreau du Temple, al fine di presentare le nostre innovazioni nel campo della sostenibilità: da Abor, progetto che permette di creare chiusure realizzate riutilizzando gli scarti di distillazione a T-cask, con un concetto di economia circolare simile ad Abor, ma basato sul riutilizzo del legno delle botti di invecchiamento dei prodotti. Fino a Duo, soluzione scomponibile e quindi facilmente riciclabile. Ma non solo, siamo entusiasti di presentarvi molte altre novità che abbiamo sviluppato e perfezionato nell’ultimo anno.

La seconda edizione di Edition Speciale rappresenta la nostra ripartenza nel mondo degli eventi, dove brand, produttori e fornitori possono finalmente incontrarsi per dare vita a nuove idee, nuovi progetti e sinergie. Il tutto all’interno di una location esclusiva.

Questa esposizione ci darà modo di esprimere il nostro impegno nel rispetto del Pianeta, che è diventato ormai il fulcro delle nostre azioni nella progettazione, nello sviluppo e nel lancio dei nostri progetti. 

Vi aspettiamo al Carreau du Temple allo stand B08.

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I BRAND LOW E NO ALCOHOL SORPRENDONO IL SETTORE BEVERAGE

Sono sempre più numerosi i consumatori che prediligono bevande a basso contenuto di alcool per la propria salute e benessere.

La salute è diventata un grande business e, secondo le ultime stime, il valore dell’industria globale del benessere è di quasi 4,5 trilioni di dollari. Gli alcolici no-and-low alcohol costituiscono una parte crescente di questo mercato in forte espansione, infatti si stima che entro il 2024 la categoria vivrà un’ascesa più rapida di vino o birra, registrando un tasso di crescita annuale del 20,6%.

Tutto parte dal consumo consapevole

In questi ultimi anni, la tendenza si è spostata verso un consumo più consapevole.

Essere consapevoli del perché, quanto e quali bevande beviamo è un movimento culturale che è cresciuto soprattutto in questi ultimi dieci anni.

Seppur oggi vi sia una maggior attenzione da parte dei consumatori, la scelta non è ancora così ampia come nel mondo spirits tradizionale. C’è ancora un enorme divario tra l’offerta e la domanda, per questo è necessario offrire più opzioni e possibilità di scelta, dimostrando che c’è ancora grande margine di crescita in questa nicchia di mercato.

L’aumento della domanda

La domanda di prodotti a basso / zero contenuto di alcool è aumentata nell’ultimo anno, soprattutto grazie all’accelerazione della macro-tendenza del benessere.

Durante i diversi lockdown abbiamo tutti prestato maggior attenzione alla nostra salute, attraverso un’alimentazione più equilibrata ed esercizio fisico, a casa o a contatto con la natura. Di conseguenza,  siamo diventati più consapevoli nella scelta e nel consumo di bevande alcoliche.

Non a caso, il boom del settore è avvenuto soprattutto in questo ultimo anno e, poiché molti brand nel settore sono relativamente piccoli, quindi flessibili, sono stati in grado di rispondere ai propri consumatori passando all’e-commerce e creando strategie di marketing digitale per aumentare la propria conoscibilità.

L’intervento dei big brands

La categoria è stata ulteriormente rafforzata da nomi affermati che hanno lanciato degli spin-off a basso contenuto alcolico, come Beefeater Light e Ballantine Light di Pernod Ricard, al momento in fase di test sul mercato spagnolo. Anche Martini è entrato nello spazio 0% ABV, con il lancio di Vibrante e Floreale lo scorso marzo, ottenendo un ottimo riscontro.

Al momento è in corso un’inaspettata reazione a catena. Le persone cercano sempre più opzioni a basso contenuto alcolico e le aziende stanno facendo di tutto per lanciare delle innovazioni che siano in grado di soddisfare tale domanda, innescando sempre più curiosità e desiderio da parte delle persone.

Un mercato molto particolare per il low-and-no alcohol è il Regno Unito. Qui l’innovazione è da sempre centrale nel settore beverage, poiché le persone sono curiose e tendono a provare con entusiasmo cose nuove. Non stupisce quindi che MeMento abbia lanciato i suoi RTD, nati da una collaborazione con Nio Cocktails, proprio su Regno Unito e Italia, portando il concetto di mixology a basso contenuto alcolico anche tra le mura domestiche e dimostrando alle persone che un cocktail eccezionale non ha necessariamente bisogno di alcol al suo interno.

Guardando al futuro, diversi brand ritengono che il low-and-no alcohol abbia bisogno di ulteriore affermazione come categoria a sé stante, scrollandosi di dosso la sua immagine di versione senza alcol di altri liquori o spirits, poiché i consumatori si aspetteranno sempre lo stesso gusto dei “cugini” più alcolici e non saranno in grado di apprezzarli per quello che sono: complesse miscele da gustare da sole o in cocktail eccezionali. Una vera e propria rivoluzione che, molto probabilmente, rimodellerà completamente la beverage industry nel prossimo futuro.

TAPÌ S.P.A. OTTIENE LA MEDAGLIA D’ARGENTO ECOVADIS, DIMOSTRANDO IL SUO IMPEGNO VERSO LA SOSTENIBILITÀ

Tapì S.p.A. ha ottenuto la medaglia d’argento come riconoscimento del rating EcoVadis, il più grande fornitore al mondo di valutazioni di sostenibilità aziendale, che considera le performance in tema ambientale, sociale ed etico.

Il processo di certificazione della sostenibilità, attraverso un attento percorso di analisi e verifica di tutti i processi e parametri richiesti, ha portato all’ottenimento di un riconoscimento fondamentale per la stessa azienda.

Partecipare al rating EcoVadis e ottenere una medaglia d’argento è stato un obiettivo prioritario di Tapì S.p.A. per continuare a rafforzare la qualità, l’efficienza, la trasparenza e la sostenibilità dei metodi produttivi, dei servizi e dei prodotti resi ai propri clienti e per promuovere in tutta l’Organizzazione tale cultura.

‘’Siamo fieri di aver raggiunto questo risultato che per Tapì rappresenta un mezzo per esprimere la propria politica di sostenibilità. Un eccellente lavoro di squadra, grazie a tutti!

Altri progetti in ambito ESG sono in corso a livello di Gruppo, contiamo di raggiungerli presto.’’

Questo il commento di Martino Vettorazzi, Responsabile della Qualità di Tapì S.p.A.

Dopo l’ottenimento della certificazione ISO 9001 e l’iscrizione al portale Sedex, che certifica l’eticità dei processi aziendali, l’ottenimento del riconoscimento EcoVadis conferma un risultato di eccellenza e il desiderio dell’azienda di perseguire i suoi obiettivi di miglioramento in termini di sostenibilità, oltre che l’ulteriore rafforzamento dell’immagine di Tapì presso i propri Clienti, ad oggi sempre più attenti nel collaborare solo con realtà riconosciute e validate da Enti certificatori accreditati.

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CINQUE TREND NEL MONDO WHISKY PER QUESTO 2021

Secondo una recente ricerca condotta dall’Istituto Superiore della Sanità, l’home delivery ha portato ad un’impennata del 250% di bevande alcoliche consumate tra le mura domestiche, complici i vari lockdown e gli aperitivi in videochat. Questo dato non deve però preoccupare: in linea di massima, ad oggi i consumatori scelgono di bere meno ma meglio, prediligendo la qualità alla quantità.

Questa tendenza riguarda anche tutto il mondo del whisky, che non si è affatto fermato durante la pandemia. In quest’ultimo anno è stato comunque lanciato un numero significativo di nuovi prodotti, più o meno innovativi, che ci fanno comprendere che il settore è in continua espansione.

Ma quali i whisky trend per questo 2021? In occasione della Giornata Mondiale del Whisky, celebrata qualche giorno fa, abbiamo deciso di analizzare le nuove tendenze di quest’anno.

Cambio del target

Rispetto al passato, quando il whisky veniva consumato da un target prettamente maschile e di età avanzata, oggi gli amanti di questa bevanda sono sia donne che uomini, anche di giovane età (sopra i 25 anni). Questo trend si sta manifestando in tutto il mondo e sembra che il whisky sia il distillato preferito di questa nuova generazione di bevitori.

Soprattutto il whisky irlandese pare stia spopolando. Grazie alla sua natura tradizionale accessibile, è il punto di accesso a questo distillato per tutti i Millennials.

Tradizione 2.0

In questi ultimi anni è aumentato l’interesse nel far rivivere la tradizione, sia nei metodi di produzione che nelle ricette, riportandole così in vita con un tocco moderno. Questa attualizzazione del passato è sicuramente un’importante tendenza per questo 2021, utile a coinvolgere le nuove generazioni che possono così scoprire storia e curiosità legate ai brand e ai loro prodotti.

Sulla base di questo trend, diverse distillerie stanno ricreando delle vecchie ricette in termini di ingredienti utilizzati, dando però una nuova interpretazione grazie a delle tecniche di maturazione più moderne, utili a produrre sfumature distintive di gusto.

L’esperienza al centro

I consumatori, soprattutto appartenenti alla generazione dei Millennials, sono alla ricerca costante di nuove esperienze e questo si trasferisce anche nel modo in cui si avvicinano e apprezzano nuovi whisky.

Nell’ultimo anno, a causa della pandemia che ha colpito tutto il mondo, le persone si sono dimostrate molto interessate a partecipare ad esperienze virtuali in cui poter degustare, scoprire e imparare di più su questo mondo, il che apre a nuove opportunità per il futuro con eventi virtuali e fisici per coinvolgere e creare relazioni con il proprio target.

Demistificazione del prodotto

In passato vi era un fermo snobismo nei confronti del whisky, che ha comportato la diffusione di pregiudizi nei confronti del distillato e di tutto ciò che può offrire. Chiaro è che ogni consumatore ha un proprio gusto, diverso da quello di chiunque altro, e la parola d’ordine è “sperimentare”.

In un periodo storico come quello attuale è molto difficile che i consumatori si affezionino ad uno stile specifico. Semplicemente desiderano spaziare tra diverse sfumature di gusto, rendendo l’apprezzamento del prodotto ancor più divertente.

Spazio a nuove zone di produzione

Sappiamo bene che il whisky viene prodotto in alcune zone storicamente note e caratteristiche, quali Scozia e Irlanda, o il Giappone. Eppure, sembra che per questo 2021 si affermeranno anche alcune zone meno famose in questo settore.

Una su tutti è Taiwan, sede della distilleria Kavalan che negli anni scorsi ha vinto parecchi riconoscimenti. La sua assoluta particolarità geografica, essendo incastonata tra le montagne Yilan e il mare, gode di venti montani e correnti d’aria in grado di accelerare il tempo di maturazione del whisky. L’unicità di questo microclima è responsabile dell’unicità dei prodotti, candidando Kavalan a diventare una delle frontiere più interessanti ad est della Scozia.

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PERSONALIZZARE IL PACKAGING È DETERMINANTE

Customizing your packaging not only supports brand awareness, it also favors sales and your business image.

INTERVIEW WITH ST.URBAN

  • St Urban is one of the few distilleries to produce high quality whisky in Italy. How was it established?

The idea of setting up a whisky distillery started with my real love for whisky in general. With the aim of developing my project, I spent time abroad visiting various distilleries. But my main aim was to pick up the secrets of whisky making. So, when I came back to Italy, I set up my distillery, St Urban, which is still one of the few whisky producers in the country.

  • How would you characterise St Urban and what are the principal problems you encounter in distilling whisky in Italy?

The secret to St Urban Single Malt lies in its ageing. It’s a show process where it spends at least three years in casks from Traminer Aromatico Passito from the Alto Adige. This develops the distinctive, signature character of this whisky.

There is no tradition of whisky production in Italy, as I mentioned before, and this has made it difficult to purchase the raw materials needed. They must be of the best quality to make a premium product like this one.

  • Covid-19 has posed problems for everyone over the last year. How has it impacted your work?

The Covid period has made life very complicated for us. Half of our business happens at our retail outlet in Cornaiano, in the Alto-Adige region – primarily a tourist area. During the period since the start of the pandemic, we have only had four months of tourism which is what brings most of our custom.

  • Do you have any previews for future products you can share with us?

In about two years we will be bottling up our rum, which is currently being cask aged. We can’t wait to launch it onto the market and unveil its secrets.

  • The packaging for St Urban is centred around style and tradition, from the box enclosing the bottle right up to the closure. What made you choose our Luna closure from the Signature Wood Inspiration range?

Our customer base is very interested in product quality, but we have noticed that quality alone is not enough, if there isn’t enough attention paid to packaging. A customer is much more likely to buy a bottle that’s well presented with a closure that’s particularly striking. So, we decided to work with Tapì in choosing the most suitable closure for our premium product. That was how we came to use Luna for our St Urban Single Malt. It’s a T-closure in wood with silver finish, from the prestigious Signature range by Tapì.

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IL PACKAGING DI LUSSO PUÒ ESSERE SOSTENIBILE?

Come la crescente attenzione nei confronti dell’ambiente sta cambiando il mondo del luxury packaging

Poiché i consumatori stanno dimostrando un’attenzione sempre più alta nei confronti dell’ambiente, e cercano di effettuare scelte sempre più sostenibili, anche le aziende si stanno muovendo per trovare soluzioni di packaging utili a ridurre l’impatto ambientale.

Questa tendenza ha fatto sì che molte aziende che operano nel settore del beverage packaging abbiano cambiato la propria mission, investendo sempre di più nella ricerca e lo sviluppo di alternative green. Per esempio, è di qualche mese fa la notizia che Bacardi passerà alle bottiglie biodegradabili entro il 2023. Un segno che qualcosa si sta muovendo, in maniera decisa, per la salvaguardia dell’ambiente.

Ma se fino a poco tempo fa il termine packaging di lusso era tutto il contrario di packaging sostenibile, oggigiorno possiamo affermare che le due cose vanno a braccetto senza particolari ostacoli.

Ne sono esempio lampante i nostri prodotti Abor e T-Cask, creati grazie a degli innovativi processi produttivi che riutilizzano gli scarti derivati rispettivamente dalla distillazione e dalle botti arrivate al termine del proprio ciclo di vita per creare chiusure all’avanguardia e dedicate a prodotti premium e super premium, ma anche Duo, la chiusura che permette di separare agevolmente la testa dal gambo per consentire un corretto riciclo.

La sfida del lusso sostenibile

Fino a poco tempo fa, i brand prestigiosi e i loro clienti spesso si concentravano per lo più sull’estetica del packaging anziché sull’ecocompatibilità dello stesso, ma ora l’intero settore sta cambiando la sua rotta.

Il compito di produrre elementi di packaging ecologici, che siano applicabili anche al mondo del premium beverage, è tutt’altro che semplice. La sfida è molto importante, in quanto ne va della salute dell’ambiente che ci circonda, ma c’è anche da sottolineare che oggi esiste una maggior consapevolezza rispetto al passato e l’equazione si è modificata in green = di tendenza. Il motore centrale di questo cambiamento sono stati gli stessi consumatori, che hanno apportato delle importanti modifiche alle proprie abitudini di acquisto verso scelte più sostenibili per l’ambiente.

Quello del green è un trend al quale stiamo assistendo già da diversi anni ma, a seguito della pandemia da COVID-19, si è ulteriormente rafforzato negli ultimi 12 mesi. Secondo le statistiche McKinsey, durante il primo lockdown, le persone hanno optato per uno stile di vita più sostenibile, posto una maggior attenzione al riciclo e acquistato prodotti con un packaging più attento all’ambiente. Ecco perché, allo stato attuale, è una tendenza che non si può più ignorare nel mondo del lusso.

Packaging sostenibili: la scelta delle aziende

In questi ultimi anni, anche le aziende nel mondo luxury hanno invertito la tendenza verso pratiche più sostenibili. Tra i precursori del settore troviamo sicuramente Gucci che, nell’oramai lontano 2010, ha lanciato i suoi packaging 100% riciclabili in carta certificata FSC (Forest Stewardship Council).

Focalizzandoci prettamente sul mondo beverage, molti produttori stanno sviluppando attivamente delle soluzioni più sostenibili senza impattare sul concetto di lusso. Al di là dell’esempio di Bacardi effettuato all’inizio dell’articolo, tra i brand impegnati nella salvaguardia ambientale troviamo anche Westland Distillery, che utilizza solo risorse naturali per la produzione, e Copper & Kings, che sfrutta l’energia solare per l’approvvigionamento di elettricità.

Questo significa che, oltre ai materiali, le aziende stanno adottando delle misure in grado di rendere i processi di produzione maggiormente eco-compatibili. Anche in Tapì ci stiamo muovendo in questa direzione da anni, investendo molto in ricerca e sviluppo di nuove soluzioni in grado di ridurre l’impronta di carbonio. Ne è esempio la tecnologia NEOS, lanciata nel 2020, che utilizza polimeri da fonte rinnovabile mantenendo inalterate le prestazioni dei prodotti e la loro estetica, agendo sull’origine delle materie prime e non sulle loro performance.

Packaging sostenibile e di lusso: il futuro

Quanto detto fino ad ora ci fa comprendere che anche i produttori si stanno realmente impegnando per ridurre il proprio impatto ambientale attraverso i processi produttivi e / o i materiali utilizzati, il che è certo un passo importante nella giusta direzione.

Guardando al futuro sembra ovvio che le aziende continueranno a migliorare l’eco-compatibilità degli imballaggi, magari in favore delle bioplastiche, in grado di fornire il medesimo impatto estetico dell’alternativa non sostenibile, o di altri materiali green più semplici da riciclare o riutilizzare una volta assolto il proprio compito.

Approfondisci: i trend del beverage packaging design per il 2021

In conclusione

Alla luce degli esempi che abbiamo visto, oggigiorno possiamo dire con certezza che anche il packaging di lusso può essere sostenibile. L’intera industry si è evoluta con innovazioni che non hanno nulla da invidiare, a livello estetico e / o prestazionale, alle alternative meno green.

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INTERVISTA FRED JERBIS

      • Fred Jerbis è un nome molto interessante a accattivante. Potete raccontarci cosa significa e cosa vi ha ispirato a chiamare così il vostro brand?

      Fred Jerbis sta per “le erbe di Federico”. Abbiamo scelto un nome d’ispirazione friulana proprio per dare risalto ed importanza al nostro territorio, fondamentale per la creazione dei nostri prodotti, infatti Fred Jerbis è un progetto che comprende una linea di liquori e distillati, tutti contraddistinti da un forte legame con il territorio.

      • Cosa vi ha spinto ad entrare nel settore liquori e distillati e dove avete acquisito le conoscenze necessarie?

       In realtà tutto nasce dalla mia passione per le piante, e per quei prodotti che hanno come base principale le botaniche; da lì, la mia attenzione si è incentrata prima sul gin, e successivamente sui principali liquori della tradizione italiana. Mi sono così convinto che era possibile pensare ad una linea di spirits, capace di raccontare il Friuli e l’Italia, in modo autentico e artigianale. La mia esperienza nel mondo dei cocktail inizia nel 2000; in un primo periodo ho fato esperienze tra Italia e Spagna, mentre nel 2008 sono rientrato in Friuli per aprire una mia scuola di formazione per barman e un cocktail bar a Polcenigo.

      • In un mercato così affollato come quello degli spirits, qual è la chiave del vostro successo? Cosa vi distingue dai competitor?

       FJ è un progetto di ricerca e sperimentazione nel mondo dei distillati e dei liquori. Crediamo che per creare prodotti originali, serva innanzitutto un punto di vista diverso ed in divenire, senza mai dare nulla per scontato, ma cercando sempre di guardare da una nuova prospettiva. Il progetto FJ ha due obiettivi distinti: il primo è di creare spiriti artigianali, in quantità limitate, utilizzando solo ingredienti di prima qualità; il secondo obiettivo che mi sono prefissato è quello di realizzare il miglior Negroni cocktail al mondo, così ho cercato di pensare oltre al singolo pro-dotto, ma piuttosto alla loro miscelazione.

      • L’attuale pandemia da COVID-19 ha avuto ripercussioni, in positivo o in negativo, sul vostro business?

      Questa pandemia è stata destabilizzante soprattutto perché lavorando con il canale HORECA abbiamo risentito della chiusura delle attività, fortunatamente siamo riusciti a contenere le perdite grazie al sostegno di tanti appassionati, i quali durante il lockdown hanno scelto di continuare a bere Fred Jerbis.

      • Ci potete dare qualche anticipazione su progetti e prodotti futuri?

      Al momento siamo focalizzati nella realizzazione di una distilleria e di un orto botanico per poter seguire tutte le varie fasi di produzione in modo ancora più scrupoloso. A livello di prodotti continueremo a proporre delle linee limited edition legate alle singole annate.

      • Secondo la vostra esperienza, quali sono i nuovi trend nel mondo spirits e cosa vedremo di nuovo nei prossimi anni?

      Sinceramente non siamo in grado di dirvi quali saranno i nuovi trend, ci piacerebbe molto saperlo, ma quello che pensiamo è che i consumatori stiano evolvendo e siano sempre alla ricerca di prodotti di qualità. Questo è un aspetto sempre più importante e decisivo che, secondo noi, non può essere trascurato.

      • Parlando di packaging, quello adottato per i vostri prodotti rispecchia artigianalità e attaccamento alla tradizione. Avete studiato e scelto voi stessi i singoli elementi oppure vi siete rivolti ad un’agenzia specializzata?

      Il nostro packaging ha una duplice funzione, da un lato quella di raccontare in modo semplice le botaniche utilizzate in ogni singolo spirit; dall’altro di trasmettere un senso di artigianalità, che è quello che contraddistingue i nostri prodotti. La creazione del marchio e della brand identity è stata un lavoro del nostro gruppo interno, con il quale abbiamo sviluppato il progetto. Abbiamo pensato che seguendo in prima persona anche questa fase, avremmo potuto dare ulteriore autenticità al progetto.

      • E ora un piccolo focus sul tappo. Cosa vi ha spinto a scegliere la nostra chiusura T-Wood per tutta la vostra gamma di distillati?

       Il tappo che abbiamo scelto è semplice, senza essere banale, curato nel dettaglio e pulito nelle linee.

      Fred Jerbis ha scelto T-wood, della gamma Collection, con testa in faggio naturale personalizzata con stampa del logo a 1 colore.

      Il gambo è sintetico, scelto appositamente per la sua neutralità organolettica, assemblato alla testa tramite co-iniezione. Questa tecnica innovativa evita l’utilizzo di collanti e qualsiasi rottura accidentale, garantendo una massima tenuta.

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CONSIGLI DI PACKAGING DESIGN PER IL TARGET MILLENNIALS

Minimalismo, tecnologia, visual storytelling e sostenibilità: alcuni consigli di packaging design per coinvolgere il target dei Millennials

Secondo le ricerche, i Millennials attualmente possiedono un maggior potere d’acquisto rispetto a qualsiasi altra generazione. Per questo motivo sono diversi i brand che il prendono come target di riferimento per le proprie scelte di marketing, per gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e per l’ideazione di packaging innovativi e nuove strategie.

Questo target di clienti è, però, alquanto difficile da convincere e soddisfare: si stima infatti che sia fedele ai brand fino al 70 – 80% in meno rispetto alle altre. Ciò comporta una vera sfida per le aziende, che, al fine di conquistarli dovranno presentare una proposta di valore unica, differente, se non addirittura fuori dagli schemi. Un elemento che può attirare l’attenzione è proprio il packaging design.

Consigli di beverage packaging design per i Millennials

In questi ultimi anni sono state diverse le aziende nel mondo beverage che hanno attivato delle vere e proprie strategie di rebranding sui propri packaging per conquistare il target dei Millennials. Ad oggi è cambiata anche la concezione dell’imballaggio, che da semplice contenitore è diventato un mezzo per promuovere affidabilità e trasparenza degli ingredienti, ma anche potente strumento di marketing.

Ma vediamo ora quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere un packaging studiato per il target dei Millennials.

Sì al minimalismo

I Millennials preferiscono il minimalismo, ma questo non significa che dovresti limitarti alla combinazione di colori in bianco e nero. Semplicemente dovresti giocare con layout e forme pulite, con un uso efficace degli spazi e della simmetria.

Soprattutto sulle bottiglie è importante che il consumatore possa leggere con facilità quanto indicato sull’etichetta. Confonderli con elementi troppo elaborati sarebbe di certo controproducente.

Da analogico a tecnologico

In questi ultimi anni, i consumatori hanno cominciato a prestare maggior attenzione alla virtualità dei prodotti e da qui si sono aperte molte strade per aggiungere la tecnologia al packaging.

Tra le innovazioni più utilizzate troviamo sicuramente i tag NFC, che permettono al consumatore di ricevere informazioni aggiuntive sul prodotto ed essere rassicurati sull’originalità dello stesso. A tal proposito, anche in Tapì abbiamo di recente lanciato una tecnologia di questo tipo applicata alle chiusure, i-Tap.

Raccontare una storia con il visual

I Millennials amano le storie. Passano ore su Instagram a sfogliare le stories per non perdersene nemmeno una. Per questa generazione le storie sono centrali e i brand hanno la possibilità di utilizzare questo strumento a proprio favore.

Ogni storia è unica e la differenza la fa il modo di raccontarla. Non funzionano più le immagini di stock e font già visti e rivisti. I Millennials considerano tutto ciò banale, ormai obsoleto e che porterebbe a danneggiare la brand reputation.

Se si vuole conquistare questo target si devono scegliere contenuti visivi originali che raccontino il valore e i benefit che si otterranno acquistando il prodotto e non solo il prodotto in sé.

Presta attenzione alla sostenibilità

Sempre più importante per i Millennials è l’attenzione, da parte dei brand, alla sostenibilità. Il green packaging era una tendenza già presente da diversi anni ma, con la pandemia da COVID-19, l’attenzione da parte dei consumatori si è fatta molto più forte.

All’esigenza dei Millennials di diminuire il proprio consumo di plastica stanno rispondendo diverse aziende. Per esempio, Bacardi ha annunciato che entro il 2023 lancerà delle bottiglie 100% biodegradabili.

Legandoci a questa vision, anche in Tapì stiamo progettando nuovi tappi che rispecchino i prodotti sostenibili dei nostri clienti. Abor, T-Cask e Devin, per esempio, sono dei processi di lavorazione che permettono di dare vita a molteplici linee di chiusure rispettivamente recuperando gli scarti di distillazione, le botti e la vinaccia, altrimenti destinati allo smaltimento. Poi abbiamo Duo, la chiusura dedicata al mondo spirits e cosmetico, completamente scorporabile nei suoi elementi e più facilmente riciclabile dal consumatore finale, ma anche Mekano, un progetto unico al mondo che ha dato vita ad un tappo innovativo e soprattutto riutilizzabile adatto a diversi settori.

In conclusione

I Millennials sono una generazione che ha bisogno di credere nei valori dei propri brand di riferimento ed il packaging è un ottimo modo per conquistarli.

Dalla scelta della bottiglia all’etichetta, passando per il tappo e il packaging secondario, ogni singolo elemento è fondamentale per raccontare la propria storia unica. L’imballaggio è in grado di influenzare la scelta di acquisto. Per questo motivo è importante non sottovalutarne l’importanza e saper individuare tutti i componenti necessari per far sì che il target si innamori del prodotto.

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